Il trapianto di cornea artificiale è l’ultima frontiera per chi soffre di gravi malattie della cornea.
Spesso in queste circostanze il trapianto di cornea tradizionale non è una alternativa valida.
Il numero di interventi di trapianto di cornea artificiale nel mondo cresce sensibilmente ogni anno a partire dal 2002 da quando cioè sono a disposizione nuovi modelli di cornea artificiale più biocompatibili ed efficaci.
In particolare è la Cornea Artificiale di Boston ad essere sempre più usata. In India, dove le malattie della cornea sono molto diffuse, è sorto un centro di produzione e sviluppo della Cornea Artificiale di Boston. Qui è stato concepito un nuovo modello di Cornea Artificiale chiamato Lucia.
Il trapianto di cornea artificiale può essere la soluzione ideale nei casi di estesa neovascolarizzazione corneale come conseguenza per esempio di una cheratite erpetica, o ustione corneale da acidi o alcali (es: la calce o agenti chimici corrosivi) o deficit delle cellule staminali.
L’indicazione principale alla esecuzione di un trapianto di cornea artificiale oggi è il rigetto del trapianto di cornea tradizionale.
Quando un trapianto di cornea naturale viene rigettato si può ripetere, tuttavia le speranze che questo trapianto possa
sopravvivere sono sempre più basse. Le statistiche americane dicono che il primo trapianto di cornea ha il 90% di
sopravvivenza a 5 anni, il secondo trapianto di cornea ha il 50% di sopravvivenza a 5 anni ed il terzo trapianto ha meno del 20% di sopravvivenza a 5 anni. Per questo motivo dopo che il secondo trapianto di cornea fallisce oggi si tende a fare il trapianto di cornea artificiale piuttosto che andare avanti con ulteriori trapianti di cornea tradizionali.
Esistono diversi tipi di cornea artificiale. La più utilizzata nel mondo si chiama Cornea Artificiale di Boston o Cheratoprotesi di Boston, è stata sviluppata presso l’università di Harvard, il Dott. Badalà è stato il primo ad impiantarla in Italia nel 2008, ad oggi è il chirurgo italiano con la più vasta esperienza nel settore.
La Cheratoprotesi di Boston risulta così composta: esiste una cornea da donatore su cui viene assemblata una cornea artificiale fatta di materiale plastico e titanio. Una volta che viene assemblata la cornea artificiale con la cornea da donatore, si procede con la rimozione della cornea del paziente opaca e viene quindi suturato il nuovo complesso della Cornea Artificiale di Boston sull’occhio del paziente. A questo punto si applica una lente a contatto. Questi pazienti dovranno utilizzare la lente a contatto per tutta la loro vita così come dei colliri specifici.
Il vantaggio di questo intervento è che permette un recupero visivo estremamente rapido.
Inoltre, qualora dovesse presentarsi il rigetto, la cornea artificiale essendo di materiale plastico rimane trasparente e quindi non si osserva un calo della vista come si ha con il trapianto di cornea tradizionale quando viene il rigetto.
Esistono purtroppo dei rischi associati con la Cornea Artificiale di Boston. Il rischio più importante è il rischio di un’infezione: per questo motivo è fondamentale che il paziente si attenga scrupolosamente alle indicazioni del medico e si sottoponga a controlli regolari presso un centro all’avanguardia.
Un altro rischio associato è il Glaucoma, che spesso è già presente in questi occhi così gravemente malati e che può aggravarsi dopo l’impianto della Cornea Artificiale per questo è fondamentale un monitoraggio attento del glaucoma in questi pazienti.
In conclusione oggi la Cheratoprotesi di Boston è una soluzione valida per tutta una serie di pazienti per cui sino a ieri non avevamo alternative. Tutti i pazienti in cui il trapianto di cornea non sia indicato o sia già fallito oggi ritrovano speranza da questo intervento innovativo.
Potete trovare nella sezione testimonianze il racconto dei pazienti operati con la cornea artificiale di Boston con l’auspicio che questo possa contribuire a dare speranza a chi soffre di gravi malattie della cornea.
Sono in fase di studio ulteriori tipi di cornea artificiale come la KeraKlear dell’azienda americana KeraMed approvata per uso clinico in Europa ma non in USA dove sono attualmente in corso trial clinici.
L’esperienza clinica con questa cornea artificiale è ben limitata e in ogni caso le indicazioni sono diverse rispetto alla ben più diffusa Cornea Artificiale di Boston in quanto la KeraKlear è una cornea artificiale che viene impiantata utilizzando una tecnica di trapianto lamellare e non perforante come la Cheratoprotesi di Boston.
Scienziati della Università di New Castle in Gran Bretagna sono riusciti ad ingegnerizzare
una cornea artificiale usando una stampante 3D e cellule staminali derivate da una cornea umana da donatore.
Lo studio pubblicato qualche anno fa ha destato grande interesse tuttavia trial clinici sull’uomo sono ancora lontani. Il potenziale di una cornea artificiale costruita in laboratorio usando tecniche di stampa 3D è molto alto tuttavia siamo ancora in attesa di capire come possa essere tollerata in condizioni cliniche reali. Sarà nostra cura tenervi aggiornati.
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Oculista Specialista in Micro Chirurgia Oculare
Dagli USA ha portato interventi innovativi nella chirurgia della cornea, cataratta, glaucoma e maculopatia.