Recensione intervento con Iniezione Intravitreale Anti-VEGF

Problema: Maculopatia

Soluzione: Iniezione Intravitreale Anti-VEGF

Domenico Scardaci

Gallipoli (Le)

Micro Chirurgia Oculare

Ho conosciuto il dott. Badalá nel 2012, a 76 anni. Ero scoraggiato in quanto i medici mi dicevano che per la mia maculopatia non c’era un granché da fare a parte una blanda terapia farmacologica di scarsa efficacia.
Il dottore mi disse di non disperare perché mi avrebbe aiutato a fermare il progredire della malattia. Ho iniziato con iniezioni di un nuovo farmaco anti-VEGF. Grazie a queste iniezioni, fatte il più prontamente possibile, la mia vista restava più o meno stabile.

Nell’ultimo anno mi é stato proposto di utilizzare il nuovo farmaco con principio attivo Aflibercept che si è mostrato più efficace in particolare per la durata dell’effetto. Con i nuovi farmaci anti-VEGF nei periodi in cui la malattia si riacutizzava le iniezioni venivano effettuate ogni 1-1,5 mesi; con l’Aflibercept invece ogni 3 mesi circa. In particolare ci sono state anche pause più lunghe di 3 mesi.

Le iniezioni intravitreali mi vengono effettuate in sala operatoria e non sono dolorose. Il trattamento provoca talvolta un lieve senso di bruciore, una piccola zona d’ombra per qualche ora dopo l’iniezione (dovuta all’ingresso di piccole bolle d’aria dentro l’occhio). Il recupero della vista dopo l’iniezione é graduale. In pochi giorni si torna a vedere come prima dell’iniezione e in un paio di settimane si recupera parte della vista persa rispetto alla precedente iniezione. Se si agisce tempestivamente si ritorna a vedere come prima di quando si é avuto il peggioramento visivo che ha portato ad effettuare una ulteriore iniezione.

Consiglio di rivolgersi al dottor Badalá che mi ha permesso di condurre una vita ragionevole per l’età e la vista che presentavo quando lo conobbi 4 anni fa. I suoi punti di forza sono la chiarezza, la preparazione, l’ attenzione all’innovazione e alle esigenze del paziente, l’ordine della documentazione prodotta; inoltre la prontezza nell’esecuzione della cura e il suo pragmatismo si rivelano fondamentali per l’efficacia nel trattamento della maculopatia.