Novità: DMEK il trapianto di endotelio corneale

    La grande novità

    Arriva dagli Stati Uniti d’America il nuovo trapianto di cornea non invasivo.
    Grande novità nella cura delle malattie della cornea perché consente tempi di recupero estremamente brevi e sembra eliminare i rischi connessi con il trapianto di cornea.

    Il nuovo tipo di intervento si chiama DMEK (Descemet Membrane Endothelial Keratoplasty). E’ indicato nei casi di edema della cornea, distrofia di Fuchs e cornea guttata. Patologie molto diffuse in Italia, che hanno una condizione di familiarità. Si manifestano intorno ai 40 anni e con il passare degli anni aumenta la gravità della malattia danneggiando la cornea sempre di più.

    Per affrontarle fino a 10 anni fa si trapiantava la cornea per intero, poi solo il 30% con la (DSAEK). Oggi, con questa nuova tecnica più avanzata, si trapianta appena l’1% della cornea con il risultato che il paziente ci vede già dopo un paio di settimane e i rischi di rigetto sono drasticamente ridotti.

    In Italia gli interventi con questa tecnica pionieristica si contano ancora sulle punta delle dita.

    Il Dott. Federico Badalà ha appreso questa metodica negli USA ed ha operato la prima paziente siciliana nel 2013 a Milano.

    Cos’è la DMEK?

    “La DMEK è una tecnica per il trapianto di cornea avveniristica perché permette di trapiantare solo le cellule della cornea danneggiate lasciando l’occhio praticamente intatto – spiega il (collega) chirurgo -.

    Si parla di un tessuto grande da 5 a 10 micron, 100 volte più piccole di un millimetro.

    Si tratta tuttavia di una chirurgia complessa che richiede strumentazioni d’avanguardia, una serie di professionalità collegate ed un grande supporto da parte delle banche dell’occhio”.

    “Il grande vantaggio continua Badalà – rispetto alle precedenti tecniche di trapianto della cornea è un recupero visivo molto rapido. Si parla infatti di circa 15 giorni e il paziente ritorna ad una vista pressoché normale.

    Il rigetto del tessuto trapiantato è praticamente assente viste le dimensioni estremamente ridotte del tessuto donatore utilizzato. Questo permette di minimizzare la terapia antirigetto con i cortisonici che ha diversi effetti collaterali.

    Inoltre in questo tipo di trapianto di cornea praticamente non vengono utilizzati punti di sutura perché l’incisione attraverso cui si introduce il tessuto è molto piccola (circa 3 mm) e si chiude da sola.

    L’occhio rimane pressoché intatto e ad un esaminatore non esperto potrebbe anche sfuggire che sia stato eseguito un trapianto di cornea”.

    “Il principale svantaggio di questa tecnica è che il paziente deve rimanere in posizione supina per circa 24 ore dopo l’intervento, piccolo sacrificio se si considera l’entità del risultato che si ottiene”.